fbpx

The Outsider

The Outsider

Cari coloni sperduti lunghi giorni e piacevoli notti. 

Muoio dalla voglia di dirvi (sperando di non morire davvero) che oggi abbiamo tra le mani un signor romanzo, The Outsider

La HBO ci ha già fatto prontamente una serie fiutando la bellezza dell’intreccio, cercando di contrastare in qualche modo l’avversaria Hulu che è già alla seconda stagione di Castle Rock programma tv ispirato molto liberamente agli scritti di King. Se volete sintonizzatevi sia sull’una che sull’altra cosa e poi a voi il giudizio. 

Ma se decidete di buttarvi sulle puntate di The Outsider vi consiglio di leggere prima il libro e solo dopo accendere la tele o godervi lo streaming, non il contrario. Perché? Perché ovviamente le due cose sono diverse. 

Il romanzo ha molte sfumature, colori, intrecci, tensioni e personaggi che una semplice serie televisiva, seppur buona ed abbastanza fedele all’opera scritta come quella della HBO, non può rendere allo stesso modo. Poi aggiungete che nei vari episodi ci sono diverse differenze rispetto alla trama del libro ed anche i protagonisti, a volte, lasciano un po’ perplessi.

Una scena della serie TV the Outsider
Jason Bateman interpreta Terry Maitland in "The Outsider" [Foto tratta da: HBO/YouTube]

Insomma fate come credete ma il consiglio rimane quello di poco fa, leggete prima il libro.
Tornando a noi, dicevo che il romanzo è a dir poco emozionante, a dir poco perché in realtà fa provare praticamente l’intera gamma dei sentimenti umani.

Le sue pagine riportano al caro vecchio Re dell’horror di un tempo, concentrato, attento, ben saldo nella scrittura, un fiume in piena di parole, con il risultato di un intreccio perfetto che si dipana dalla prima all’ultima pagina senza bloccarsi mai. Non cede neanche una volta, niente cadute. Guardandolo da qui, da Gilead e dintorni, il libro vanta una trama in pieno stile poliziesco con tanto di interrogatori, raccolta prove, processi e testimonianze, ma non solo ovviamente, e noi, golosi come siamo, accogliamo tutto quello che King ci regala. The Outsider è anche un romanzo sulle scelte che sembrano giuste ma che si rivelano tremendamente errate. E’ un romanzo su come tentare di rimediare agli errori.

E’ un romanzo su quanto sia importante cercare di aggrapparsi alla propria integrità umana e spirituale per non andare oltre il punto di non ritorno. Tutto dannatamente difficile, ovviamente. Ralph Anderson, il detective che ci accompagnerà per tutto il tempo, il buono che poi non è buono proprio al cento per cento e che per questo ci piace ancora di più, sa bene tutto questo. In particolare, Ralphy, sa bene quanto costi fare anche solo uno sbaglio (ma bello grosso nel suo caso) perché da quello partirà una catena di eventi quasi impossibile da fermare, anche se lui ci proverà comunque, bravo Ralphy. 

C’è da dire che nella sua battaglia non verrà lasciato solo e potrà usare degli appoggi fondamentali, come vedremo. The Outsider poi, come se tutto quello detto fin’ora non bastasse, è anche un giallo dai risvolti terribili, soprattutto se si pensa che i crimini raccontati sono tra i più efferati e tremendi che mente umana possa immaginare e, credete a D.D. vostra, in alcuni punti è veramente dura andare a fondo alla riga che si legge, yar se è dura. Durante il romanzo ci si trova invischiati in una serie di omicidi atroci e sconvolgenti, s’è capito, ma se da una parte il colpevole è quasi scontato, dall’altra l’unica cosa certa è il non avere certezze e la domanda che ci si pone spesso è: cosa è vero, cosa falso? 

Qualcuno proverà a rispondere a queste domande ma si avrà necessità di far fronte comune contro questo spietatissimo Mostro, Entità, Uomo Nero, Vampiro, chiamatelo come volete, perché la sua scaltrezza, insieme a tantissimi anni di esistenza alle spalle, ne faranno un avversario quasi impossibile da sconfiggere. Così sicuro di sé, questo Outsider, che si mostrerà in piena luce nonostante le tenebre avvolte dalla marcescenza siano i suoi luoghi di riposo. Il nostro pugno di investigatori, abituati a fare della concretezza il proprio pane quotidiano per tutta la prima parte della storia, ad un certo punto sarà avvolto dall’aura del sovrannaturale. Dall’inesplicabile. Dalla eco di leggende che narrano di mostri affamati ed implacabili. Ci si dovrà dunque arrendere alla bizzarra, conandoyliana idea, che quando hai escluso l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, è la realtà. 

Parte così il classico scontro Bene/Male ma stavolta l’esito è davvero imprevisto e niente affatto scontato, anzi. In più, il tutto è mescolato ad arte con investigazioni dallo stile scientifico e ricerche razionali e terrene, che più terrene non si può, cari coloni sperduti. Nel loro approfondirsi le indagini ci faranno incontrare una nostra cara, vecchia conoscenza, Holly (Gibney, come preciserebbe lei) della trilogia di Mr Mercedes, aye. E per fortuna che c’è Holly, aggiungiamo noi, perché la minuta, fragile, problematica Gibney darà un apporto fondamentale se non decisivo non solo alle investigazioni in sé ma alla risoluzione stessa dell’enigma. 

Holly sarà la nostra cavalleria diventando il tramite tra il possibile e l’incredibile, tra la parte razionale ed irrazionale, tra il terreno e l’ultraterreno, senza super poteri da eroina col mantello, ma portando sulle spalle il suo umanissimo ed imperfetto bagaglio emotivo e personale. Bagaglio molto complesso e pesante. La nostra cavalleria grazie al cielo sarà in grado di usare tutto il suo disagio emozionale e di trasformarlo in un punto di forza, in un quid in più per cavarsela da situazioni molto spiacevoli. Inserendo Holly nella storia King può permettersi per l’ennesima volta di auto citare i propri scritti e di far intervenire nelle trame dei romanzi protagonisti di altri suoi racconti.

Non è da tutti la cosa, direi proprio di no (senza dimenticare l’esempio massimo di questo fenomeno, La Torre nera ed il suo incredibile intreccio tra auto citazioni e livelli di fantasia irraggiungibile in cui protagonisti di tal romanzo incontrano quelli di altre storie fino a incontrare addirittura… beh, ne parleremo presto, yar). Ed ecco così che The Outsider diventa l’ennesimo capolavoro del Re che riesce in modo mirabile a mescolare l’intreccio di un giallo con quello di un horror, cosicché il lettore passa da uno stile all’altro senza averne sentore, perché il tutto è fluido e naturale, sentendosi ora un investigatore, ora un ponte verso un universo, purtroppo, scuro e sconvolgente, inspiegabile ed arcano.

Forse ho dimenticato il volto di mio padre ma se proprio si vuole trovare una solitaria, piccola, nota stonata, da giudizio puramente personale, si deve andare paradossalmente proprio al momento della resa dei conti tra Bene e Male… è come se tutta la tensione tenuta magistralmente dalla prima pagina fino all’ultima, che per arrivare a quel punto ha impiegato capitoli su capitoli, personaggi su personaggi, situazioni a non finire, scoperte, piani, pallottole, uccisioni, contrattacchi e via dicendo, poi si allenti leggermente nel momento clou. Si ha l’impressione (cioè l’ho avuta io e probabilmente solo io) che non sia stato dato abbastanza inchiostro al villain di turno che svela sé stesso, che pure è importante tanto quanto l’eroe positivo (no? Io sapevo così). A parte questa stupida sensazione della sottoscritta, che dorme poco ed esagera con gli zuccheri, le cinquecento pagine non sembrano essere abbastanza. Ne vogliamo di più ed ancora di più, perché la storia scorre velocemente coinvolgendoci di capitolo in capitolo ed immancabilmente titilla sentimenti ora spaventosi, ora affascinanti, ora tremendi ed ora di redenzione, confondendoci, gasandoci, debilitandoci, seducendoci. Si ha l’impressione (stavolta più oggettiva che soggettiva), cari coloni miei, di tornare al King di un tempo, lontano da quello degli ultimi anni un po’ troppo “commerciale” con forse poco da dire, anche qui ho dimenticato il volto di mio padre ma devo dirlo, o troppo da gestire su delle spalle che in fin dei conti sono sempre e solo due ed il peso che portano è bello grande. The Outsider invece è capace di riportare a titoli gloriosi come Il Gioco di Gerald, Dolores Claiborne, L’acchiappasogni o anche 21/11/63, per non scomodare i titoloni ben più altisonanti come The Shining, Il Miglio Verde, Le notti di Salem, L’ombra dello Scorpione o il super di moda It. Un romanzo consigliato da me Dolores a voi coloni sperduti e ditelo per favore anche a quei lettori che conoscono già il suo stile e che sanno quanto possa essere “tosta” e dura da digerire una trama difficile come questa dove, per citare uno dei protagonisti, le convergenze sono ovunque attorno a noi e l’incomprensibile forse è meglio che resti tale visto che, più cose scopri, peggio è. Dunque lunga vita alle vostre messi, ci sentiamo presto. 

Vostra, D.D.

Dolores Deschain.

2 thoughts on “The Outsider

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *